

Giovanni Sartori
Democrazia
Introduzione di Nadia Urbinati
Il termine “democrazia” (dal greco demos, “popolo”, e kratos, “potere”) fece la sua prima comparsa in Erodoto. Ma dal III secolo a.C. al XIX ha subìto una lunga eclisse acquisendo un’accezione negativa, mentre il regime politico ottimale è stato definito “repubblica” (res publica, cosa di tutti): Aristotele classificò la democrazia tra le cattive forme di governo; Kant ripeteva una comune opinione definendola “necessariamente un dispotismo”; e dello stesso avviso erano i padri costituenti degli Stati Uniti. Anche la Rivoluzione francese si richiamava all’ideale repubblicano, e solo Robespierre usò il termine in senso elogiativo (assicurandogli così la cattiva reputazione per un altro mezzo secolo…). Com’è allora che d’un tratto, dalla metà del XIX secolo, la parola è tornata in auge e ha acquistato un significato apprezzativo? Ce lo spiega colui che è stato il massimo esperto di scienza politica in Italia, preceduto dall’ampia introduzione di Nadia Urbinati.
Il termine “democrazia” (dal greco demos, “popolo”, e kratos, “potere”) fece la sua prima comparsa in Erodoto. Ma dal III secolo a.C. al XIX ha subìto una lunga eclisse acquisendo un’accezione negativa, mentre il regime politico ottimale è stato definito “repubblica” (res publica, cosa di tutti): Aristotele classificò la democrazia tra le cattive forme di governo; Kant ripeteva una comune opinione definendola “necessariamente un dispotismo”; e dello stesso avviso erano i padri costituenti degli Stati Uniti. Anche la Rivoluzione francese si richiamava all’ideale repubblicano, e solo Robespierre usò il termine in senso elogiativo (assicurandogli così la cattiva reputazione per un altro mezzo secolo…). Com’è allora che d’un tratto, dalla metà del XIX secolo, la parola è tornata in auge e ha acquistato un significato apprezzativo? Ce lo spiega colui che è stato il massimo esperto di scienza politica in Italia, preceduto dall’ampia introduzione di Nadia Urbinati.
Gli autori
Giovanni Sartori (1924-2017), politologo e sociologo di fama internazionale, ha insegnato Scienza politica all’Università di Firenze e ha ricoperto la prestigiosa cattedra Albert Schweitzer Professor in the Humanities alla Columbia University. Nel 1971 ha fondato la “Rivista italiana di scienza politica”, che ha diretto fino al 2003. È stato insignito di nove lauree honoris causa e nel 2005 ha ricevuto il prestigioso Premio Principe delle Asturie, considerato il Nobel delle scienze sociali. È stato a lungo editorialista per il “Corriere della Sera”. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo: Mala Costituzione e altri malanni (Laterza, 2006), La democrazia in trenta lezioni (Arnoldo Mondadori Editore, 2008), Logica, metodo e linguaggio nelle scienze sociali (il Mulino, 2011), La corsa verso il nulla. Dieci lezioni sulla nostra società in pericolo (Arnoldo Mondadori Editore, 2015).
Nadia Urbinati, politologa e giornalista, insegna Teoria politica alla Columbia University di New York. Si occupa del pensiero democratico e liberale e delle teorie della sovranità e della rappresentanza politica. Collabora con i principali quotidiani italiani e negli Stati Uniti è stata condirettrice della rivista “Constellations”. Tra i suoi numerosi libri: L’ethos della democrazia. Mill e la libertà degli antichi e dei moderni (Laterza, 2006), Ai confini della democrazia. Opportunità e rischi dell’universalismo democratico (Donzelli, 2007), Democrazia sfigurata. Il popolo tra verità e opinione (Egea Bocconi, 2014), Io, il popolo. Come il populismo trasforma la democrazia (il Mulino, 2020).